Dylan e il Nobel che non rock

Dylan e il Nobel che non rock

Premetto prima di tutto che non amo molto Bob Dylan. Ho una sua raccolta che sono riuscita ad ascoltare interamente si e no tre volte. Ci saranno in tutto tre canzoni  che ascolto volentieri. La sua musica non fa per me, ma ammetto che non possiamo togliergli la corona di poeta del folk rock. Su perché di questo Nobel dunque faccio parlare gli altri (leggi Bob Dylan: perché il Nobel doveva andare proprio a lui) Io non posso parlare della sua musica perché ripeto non mi ha mai profondamente coinvolta. Vorrei però spendere due parole sulla vicenda del Nobel assegnato a questo esponente della musica rock. Dispiace per chi si è sentito offeso per una tale assegnazione, perché ancorato all’idea che la letteratura debba essere fatta soltanto dai nomi altisonanti di scrittori  mentre chi mette insieme parole per la musica viene ancora guardato con un certo snobismo. In realtà ci sono canzoni che hanno fatto la storia dell’umanità, come ad esempio Imagine di John Lennon.

Quando poi Dylan ha addirittura fatto sapere che non andrà neanche a ritirare il Nobel, apriti cielo! (alcuni si sentono addirittura traditi… mah! leggi Bob Dylan ha perduto la sfida delle parole). In realtà, ha fatto una cosa molto rock, perché che piaccia o no, se non si sente di fare una Lectio Magistralis in quella sede, ha dato un grande esempio di lealtà. Non siamo tutti uguali. Il Nobel poi gli è stato assegnato “per aver creato una nuova espressione poetica nell’ambito della grande tradizione della canzone americana”, e non per il suo carattere o per la sua capacità di intrattenere discorsi in pubblico. E’ da sempre stato molto schivo. Capisco che nell’epoca in cui trionfa l’ipocrisia questo suona molto strano. E capisco anche che gli scienziati in primo luogo se la siano presa a male. Ma bisogna anche tenere presente che la musica e in generale l’arte non parlano al cervello delle persone ma al cuore e nei casi più eclatanti alla loro anima. Per un vero artista un premio è semplicemente qualcosa in più. E’ di secondaria importanza. L’arte ha il premio in se stessa già quando riesce a parlare al cuore di milioni di persone. Immagino che per Dylan questo sia accaduto. ( a tale proposito vi consiglio questo articolo su Dylan pittore: Bob Dylan, l’arte prima del Nobel: “Dipingo l’America che vorrei” )

Le ultime notizie sono comunque che nel 2017 Dylan sarà a Stoccolma per un suo concerto e che in tale occasione farà la sua Lectio magistralis e gli verrà consegnato il premio. Qui sono io a storcere il naso, perché a me è capitato di essere a un concerto di Bob Dylan recentemente, ovvero nel 2011 qui a Roma. Ora spiego il “capitato”. Ero andata a quel concerto per Knopfler a cui sarebbe dovuto seguire anche un concerto di Dylan. Purtroppo Knopfler è durato poco mentre Dylan ci ha intrattenuto per interminabili minuti. Si interminabili. Io mi sono annoiata! Non sono d’accordo con chi stravolge le melodie delle sue canzoni per poterle cantare anche quando non ha più voce. Alcune sue canzoni erano irriconoscibili. A mio parere Dylan dovrebbe ritirarsi dalle scene. Se penso a quel concerto mi viene da dire: “forse a Stoccolma è bene che ci vada soltanto per ritirare il premio e per la sua Lectio Magistralis“.

 

 

Pubblicato da RosaliaPerSempre

Sono la protagonista del libro Rosalia per Sempre e vorrei potere raccontare la straordinaria vicenda dell'imbalsamazione di Rosalia Lombardo I am the protagonist of the novel "Forever Rosalia" and I would love to have the occasion of telling the extraordinary story of Rosalia Lombardo's embalming

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