Terremotati di ieri…terremotati di oggi.

Terremotati di ieri…terremotati di oggi.

Avrei voluto scrivere questo post molto prima. Ma faccio parte di quella schiera di dipendenti che devono esercitare una “libera professione” da dipendenti per procurarsi il denaro per portare avanti la propria attività: ovvero la diffusione di una nuova cultura di rispetto del pianeta, attraverso nuove metodologie. Continuare a fare cultura nella vecchia maniera per quanto mi riguarda è obsoleto e totalmente inutile. Sono cambiati gli stili di vita, sono cambiate le nostre teste, sono cambiati i metodi attraverso i quali ci informiamo.

Tornando all’argomento oggetto di questo post, il 26 settembre scorso è ricorso il ventennale del terremoto di Colfiorito. Diciamo che lo potrei definire un po’ il “mio” terremoto dato che a questo terremoto ho dedicato una tesi e poi un libro. I terremoti in realtà sono più di chi li subisce, ancora di più nel nostro paese.

Terremotati di ieri e terremotati di oggi. E in mezzo un cumulo di macerie mai rimosse.

Terremotati di ieri e terremotati di oggi e in mezzo edifici che crollano sotto gli occhi indifferenti di tutti.

Terremotati di ieri e terremotati di oggi e in mezzo libri, articoli, passerelle conferenze e convegni, mentre il modello che viene sempre più confermato è quello del Belice. Quello del Friuli sempre più dimenticato, quasi un caso isolato.

Terremotati di ieri e terremotati di oggi, e in mezzo sms solidali per  33 milioni di euro mai arrivati a destinazione.

Terremotati di ieri e terremotati di oggi e in mezzo la distruzione dei centri storici ovvero della nostra identità nazionale.

Terremotati di ieri e terremotati di oggi e in mezzo la disgregazione di interi tessuti sociali, i giovani che se ne vanno e attività, che scompaiono per sempre dalla faccia del Belpaese.

L’Italia svenduta, l’Italia tradita, l’Italia sbeffeggiata da chi non capisce il valore della Cultura e dell’Identità nazionale. Oggi sul web circolava la frase di un politico che in passato ha sostenuto che fosse una vergogna spendere 250 milioni per quei quattro sassi di Pompei. Detto questo non mi sembra ci sia da aggiungere molto.

Riguardo ai terremoti italiani concludo semplicemente dicendo che se si continua a pensare che il terremoto sia solo una questione di faglie, magnitudo, energia che si libera, mappe ignorate e via discorrendo allora fra i terremotati di ieri e quelli di oggi continuerà a non esserci alcuna differenza. Concludo riportando un paragrafo del mio libro “Ritorno a Colfiorito”. E’ un paragrafo molto corto. Se dovessi scriverlo oggi lo trasformerei in capitolo. Ma diciamo anche che oggi non scriverei più di terremoti, perché come tanti altri mi sento impantanata in una palude fatta di macerie, di soldi che scompaiono, di edifici appena costruiti che crollano inclusi ospedali e scuole, di persone che si sentono abbandonate a se stesse e lo SONO, di tradizioni che scompaiono, di arti e mestieri che non ci sono più…

Le macerie della vita psichica e sociale

Nel duemila è uscito un rapporto su “Povertà e terremoto” a cura dell’Irres (Istituto regionale di ricerche economiche e sociali) dell’Umbria. Il risultato è che sebbene non si possa parlare in termini assoluti di un aumento di povertà in seguito al sisma, si possono però individuare dei rischi per le popolazioni interessate che a lungo andare potrebbero profilarsi nella realtà. Il sisma ha comportato un’alterazione degli equilibri preesistenti danneggiando specificamente alcuni gruppi sociali. Esempi sono gli affittuari dei centri storici, le famiglie con lavoro precario, stagionale, saltuario; le persone in abitazioni fatiscenti prima del terremoto ed ora inagibili; i disabili; gli anziani.

E proprio sugli anziani vorremmo soffermarci, perché la popolazione dei paesi colpiti dal terremoto umbro-marchigiano è prevalentemente una popolazione anziana. Gli anziani, sottolinea il rapporto, si sono rivelati una categoria sociale particolarmente esposta. Molti di loro prima del terremoto risiedevano in edifici vecchi, presso località altamente sismiche, per cui hanno maggiormente avvertito gli effetti traumatici del terremoto.

Con la loro casa è anche crollato un punto fondamentale di riferimento. E mentre per un giovane o per un adulto è ragionevole attendere alcuni anni per vedere conclusa la fase di ricostruzione, per un anziano è assai meno accettabile una prospettiva anche di pochi anni.

Da qui un forte senso di disperazione, di incertezza, di frustrazione e passività. L’insieme di fattori materiali, medici e psicologici spiega perché sia stato riscontrato in molti anziani un aggravarsi di precedenti patologie e una caduta di autonomia. Questo discorso vale naturalmente, come si intuisce, anche per le persone anziane vittime dell’attuale terremoto che si è abbattuto sull’Abruzzo.

Ritorno A Colfiorito pp 102-3

Aggiungerei che vale anche per gli anziani di Amatrice, e il pensiero va all’anziana, Nonna Peppina, che in un paese dove trionfa l’abusivismo edilizio è stata fatta letteralmente sgombrare da una casetta di legno e piazzata in un container.  Non illudetevi terremotati sono soltanto fattacci vostri. La faglia si è mossa, la casa caduta e il mito della ricostruzione definitivamente crollato.

 

Pubblicato da RosaliaPerSempre

Sono la protagonista del libro Rosalia per Sempre e vorrei potere raccontare la straordinaria vicenda dell'imbalsamazione di Rosalia Lombardo I am the protagonist of the novel "Forever Rosalia" and I would love to have the occasion of telling the extraordinary story of Rosalia Lombardo's embalming

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