Scoperte faraoniche: King Tut non ci sta.

Scoperte faraoniche: King Tut non ci sta.

Premetto che da quando ho passato parola sull’articolo del New Scientist (vedi post del 2 Febbraio scorso) il mio blog è sparito dalle prime pagine del motore di ricerca google, con parole chiave “Rosalia Lombardo” e “Alfredo Salafia”, dove in genere risiede. Chiamiamola ennesima coincidenza…Approfondiremo ora la notizia riportata dal New Scientist, chiedendo a chi si trova a passare di qui di linkare i post che in questo blog fanno controinformazione.

3462402845_89b56dd5fb_oDa quando è stato inaugurato 3 anni fa l’Istituto per le Mummie e lo Studio dell’Iceman dell’Eurac di Bolzano può vantare almeno tre scoperte clamorose che sono state annunciate dalla stampa con la stessa parola: “svelata/o/i…” La prima scoperta riguarda il manoscritto dell’imbalsamatore siciliano Alfredo Salafia.  Tale manoscritto però abbiamo visto che già compariva prima di essere scoperto in una pubblicazione del Febbraio 2007 ovvero quasi sei mesi prima che addirittura l’Istituto in questione fosse inaugurato.

Since when the Institute for the Mummies and the Iceman of the Eurac in Bolzano was inaugurated three years ago, the Institute claims at least three important discoveries announced by the press always with the same formula “uncovered…” The first one is a manuscript of the sicilian embalmer Alfredo Salafia. This manuscript, as we have already shown in this blog, was already quoted in a book pubilshed on Feb. 2007 several months before being found out and even five months before that the present Institute was inaugurated.

Cfr:
La dimora delle anime: i Cappuccini nel Val di Mazara e il convento di … Di Umberto Di Cristina, Antonio Gaziano, Rosanna Magrì (see note 21 at pp 90)
Commentiamo insieme una notizia apparsa sul Velino
Un regalo a tutti gli intervenuti al post precedente…e considerazioni a margine
Presentato il nuovo Istituto di ricerca per le mummie e l’Iceman

I will not transalte the following consideration since english mother tongue can follow by the links.

ways-06-otzi-lPrima di passare agli studi sul Dna di King Tut, spendiamo due parole sul povero pastore primo tatuato della storia trovato fra i ghiacci e che non poteva sospettare 5000 anni fa che un tatuaggio l’avrebbe portato così lontano! Stiamo parlando dell’Iceman, ovvero l’uomo di Simulaun altrimenti conosciuto come Otzi ribattezzato recentemente dal National Geographic “Uomo di Bressanone” (cfr. I segreti di Otzi svelati ) Che dire più ormai di Otzi? E’ stato mappato ogni centimetro del suo corpo (inclusi i tatuaggi), è stato mappato il suo genoma. Ma pochi però parlano del fatto che Otzi, è stato l’oggetto di una contesa giudiziaria durata più di un decennio, fra il Governo Provinciale di Bolzano e coloro che hanno scoperto la mummia, ovvero i Simon. Il marito di Erika non ha mai visto i suoi diritti soddisfatti perchè deceduto, come saprete, nel 2004. Questo per richiamare l’attenzione sul giro di affari che gravita intorno a queste mummie. Se volete approfondire vi metto il link (ma è in inglese).
Provincial government of Bolzano finally agrees to pay €150,000 settlement to Erika Simon (6/15/2009)

La rivolta di King Tut

king-tut-mummy-540x380Fatemi prima di tutto spiegare la parola “rivolta”. Beh, il faraone si  rivoltato nella tomba e ha chiamato a raccolta tutta la comunità scientifica per evitare facili scoperte sulla sua pelle. Dopo tutto parliamo di un Faraone…
Infatti agli inizi dello scorso anno una consistente equipe di studiosi, seguita manco a farlo apposta ancora una volta dalle telecamere di una emittente televisiva, Discovery Channel, parte alla volta dell’Egitto per raggiungere il famoso e televisivo Zahi Hawass e prelevare dei campioni di Dna di King Tut. Della squadra fanno parte anche Albert Zink e Carsten Pusch. Ecco qui il primo video dell’impresa:

Nel seguente link (è stato diisattivato l’incorporamento) c’è uno studioso che spiega perchè secondo loro King Tut è morto di malaria:

King Tut Unwrapped- Death of a King

Su questi studi sul Dna di Tutankhamen è uscito un articolo da parte di questi studiosi su una rivista scientifica:

Hawass, Zahi, et al. ” Ancestry and Pathology in King Tutankhamun’s Family JAMA: The Journal of the American Medical Association. 303 (2010): 638-647.

In questo articolo gli scienziati affermano di avere prelevato dei campioni di Dna dalla mummia di Tutankhamen per poterli studiare e avere informazioni sia sulle patologie di cui ha sofferto il faraone e sia per ricostruire il suo albero genealogico. Gli studi, secondo questo articolo, hanno avuto un esito positivo perchè analizzando i campioni di Dna si è riusciti a stabilire sia che Tutankhamen era affetto da malaria e sia che suo padre fosse Akenhaton. E questo senza alcuna ombra di dubbio.

Tuttavia non tarda ad arrivare a quello stesso giornale una lettera da parte di due altre scienziate, che non nascondono la loro meraviglia per il fatto che quell’articolo sia stato pubblicato.

Lorenzen, Eline D., and Eske Willerslev. “King Tutankhamun’s Family and Demise.” JAMA: The Journal of the American Medical Association. 303 (2010): 2471.

Vediamo chi sono queste scienziate:

Eline D. Lorenzen ed Eske Willersley sono due genetiste del Museo di Storia Naturale di Copenhagen. Facendo una ricerca in rete ci si può rendere conto che sono due scienziate abituate a studiare il dna antico. In particolare hanno partecipato a una ricerca pubblicata sulla rivista Nature sulla ricostruzione del genoma di un essere umano vissuto 4000 anni fa a partire da un suo capello (Ancient human genome sequence of an extinct Palaeo-Eskimo).
Scrivo questo perchè mi sembra che sia sufficiente per prendere in considerazione cosa hanno detto le due scienziate in questa lettera all’Editor del JAMA a proposito dello studio sul Dna di Tutankhamen. Eppure qui in Italia non se le è filate nessuno. E ne approfitto per dire che fare informazione tralasciando il contraddittorio vuol dire fare informazione di parte. Ad ogni modo se ricliccate sull’articolo in questione (King Tutankhamun’s Family and Demise) vi renderete conto in basso a sinistra (related letters), che all’appello di queste due scienziate hanno risposto diversi colleghi accendendo un vero e proprio dibattito.

La cosa che tutti contestano è la seguente: sono scettici sul fatto che Il team di Hawass sia stato in grado di studiare un dna così antico “purificandolo” (per così dire) e “controllando” tutte le contaminazioni a cui può essere stato soggetto, usando una tecnica molto particolare : “Hanno usato delle aree del genoma chiamate microsatelliti come “impronte digitali” e cioè queste aree sono costituite da piccole catene che si ripetono. Il numero di ripetizioni differisce da persona a persona e la quantità di ripetizioni attraverso un numero di microsatelliti consentirebbe di stabilire se le persone sono connesse geneticamente” (da DNA experts disagree over Tutankhamun’s ancestry | The Archaeology )

Il team di Hawass ha asicurato di avere preso tutte le precauzioni del caso estraendo il Dna, tengono a sottolineare questi scienziati, da aree profonde dei tessuti della mummia. Ma lo scetticismo è continuato a circolare nella comunità scientifica. In particolare un paleobiologo molecolare inglese, Ian Barnes, sostiene di avere utilizzato questa tecnica per diversi anni senza ottenere buoni risultati. Inoltre, un altro scienziato, Robert Connolly dell’Accademia delle Scienze di Liverpool, che già negli anni sessanta aveva stabilito il gruppo sanguigno del faraone, sostiene che è pressocchè impossibile prelevare campioni in profondità nei tessuti fragili del faraone ottenendo in tal modo campioni di dna incontaminato. Inoltre la Lorenzen suggerisce che poichè molti hanno avuto accesso alla mummia in precedenza, gli scienziati del team di Hawass avrebbero dovuto prendere come campioni di controllo alcuni campioni dalla tomba non appartenenti a esseri umani, cosa che evidentemente non è stata fatta.

Morì di malaria?

Non finisce qui. Come abbiamo visto anche nel secondo video questi scienziati hanno decretato che King Tut è morto a causa della malaria (un’antica e terribile forma di malaria). A loro sempre l’ultima parola. Quelli dell’Eurac sono abituati a scoprire le cause di morte di una mummia. Sia che si facciano analisi dirette sulla mummia e sia quando invece la mummia è stata sottoposta semplicemente a radiografie. Ricorderete che Zink e la sua equipe attraverso il National Geographic hanno decretato che la piccola Rosalia Lombardo è morta di polmonite! E pensare che quelle stesse radiografie suggerirebbero altre cause di morte. Nel caso di Tutankhamen invece almeno abbiamo campioni del suo Dna. Ma è certo che la causa di morte di King Tut sia stata la malaria? Da come la mette la squadra di Hawass non ci sono dubbi. A sollevare dubbi ci pensano gli esperti di malattie tropicali del Hamburg’s Bernhard Noct Institute for Tropical Medicine (BNI) ancora una volta passati sotto silenzio qui in Italia. Secondo il team guidato da Hawass la causa prima della morte di Tutankhamen fu una combinazione del Morbo di Köhler e di malaria. Ma gli esperti del BNI hanno richiesto di poter effettuare test supplementari sul corpo del faraone bambino che potrebbero facilmente confermare o smentire quanto affermano gli scienziati del team di Hawass. Infatti ad Amburgo sono convinti che King Tut sia morto a causa di una forma di anemia, l’anemia drepanocitica comunemente detta anemia falciforme.
“E’ risaputo a coloro che studiano le malattie tropicali – hanno scritto Christian Timmann e il Prof Christian Meyer del BNI all’Editor del JAMA – che nelle aree geografiche soggete a Malaria le morti dovute a questa malattia si verificano soprattutto in tenera età”. Tutankhamen è morto a 19 anni, rendedno così improbabile la malaria come causa del suo decesso. Al contrario, l’anemia falciforme, quando si eredita alla nascita è più probabile che possa portare a complicazioni che possono risultare fatali nel periodo compreso fra l’infanzia e l’adolescenza.

Insomma, King Tut non ci sta. Sarà stato pure un bambino quando morì, ma sempre di Faraone si trattava!

i link:

Zahi Hawass and Egyptology

Ancestry and Pathology in King Tutankhamun’s Family

King Tutankhamun’s Family and Demise

DNA experts disagree over Tutankhamun’s ancestry | The Archaeology … | DNA Tests

Mummy troubles

 King Tut Died of Sickle Cell Disease, not Malaria

Royal rumpus over King Tutankhamun’s ancestry

 

Pubblicato da RosaliaPerSempre

Sono la protagonista del libro Rosalia per Sempre e vorrei potere raccontare la straordinaria vicenda dell'imbalsamazione di Rosalia Lombardo I am the protagonist of the novel "Forever Rosalia" and I would love to have the occasion of telling the extraordinary story of Rosalia Lombardo's embalming

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *