I luoghi di Rosalia Per Sempre

I luoghi di Rosalia Per Sempre

Eccomi di nuovo qui a scrivere del romanzo oggetto di questo blog. Lo faccio in attesa di completare il mio libro di racconti, iniziato, pensate, negli anni novanta (ma scrivere racconti è molto più difficile che scrivere un romanzo, almeno per me, soprattutto se sono fantastici). Visto che il filo conduttore della raccolta di racconti è il tempo, mi sento ampiamente giustificata. In questo modo lo ritengo un esercizio davvero interessante dato che i racconti terminati negli anni novanta rimarranno così com’erano mentre quelli scritti adesso avranno probabilmente uno stile diverso. Ma che importanza può avere il tempo, soprattutto nella scrittura? Quando si crea dopotutto non dovrebbe esserci ne un inizio ne una fine, perché si attinge a uno “spazio” dove tutto è presente, eterno e contemporaneo.

Ma torniamo a Rosalia Per Sempre. Sebbene sia un romanzo di sole 190 pagine RpS vi porterà dall’ Italia agli Stati Uniti (New York e Alaska), In Russia e Cambogia, e in tre fra le più belle città italiane: Firenze, Torino e Palermo (incluso il paesino di Ficarazzi, che tanto bello non è però, almeno per me, ha il suo fascino). Sinceramente, mentre scrivevo non ci avevo fatto caso, perché sono le storie che alla fine ti conducono in luoghi dove magari non sei mai stato fisicamente. E la storia che io andavo inseguendo, a volte anche con sentimenti di frustrazione perché soprattutto all’inizio non riuscivo a cavare un ragno dal buco, mi ha portato da Palermo a New York e in primo luogo a Ellis Island dove l’imbalsamatore palermitano Alfredo Salafia è sbarcato nel 1910. E mentre scrivevo immaginavo questo posto e coloro che vi approdavano. Soprattutto all’epoca di Salafia doveva fare un’impressione quasi esotica a coloro che ci mettevano piede per la prima volta. Erano più o meno i tempi del Titanic e non tutti potevano permettersi di andare in America. Salire su un transatlantico era un po’ come la passeggiata sulla Luna   che abbiamo condiviso attraverso la televisione negli anni Sessanta. Salafia ci andò, e trovai in rete la sua carta di imbarco: era proprio lui, c’era scritto “Imbalmer” (e non “embalmer”, boh si saranno sbagliati). Avevo questa carta di imbarco dunque, ma non sapevo cosa era andato a fare. Dunque “ho mandato” Fabrizio, il co-protagonista di Maddalena a New York e lui è tornato con tutte le notizie di cui avevamo bisogno 😉

La Russia e l’Alaska sono invece luoghi dove nessun personaggio del libro si reca, ma vengono evocati indirettamente a seguito della storia. Maddalena si recherà a Torino al Museo Egizio per assistere a una conferenza di Paul Dietroski, un professore americano di origine russa che insegna Storia Contemporanea all’Università dell’Illinois. E’ qui che sente parlare di Vladimir Lenin e della sua imbalsamazione. Vede dunque l’immagine dello statista russo nella prima slide del power point di Dietroski. Non sono mai stata in Russia a Mosca e neanche a New York ma sono stata a Torino e un bel po’ di volte al Muso Egizio, un museo spettacolare che è stato recentemente ampliato, dunque ci tornerò. Il Museo Egizio di Torino è già stato da me utilizzato in precedenza come location di uno dei racconti del libro di cui parlavo in apertura. Dedicherò uno dei futuri post al Museo Egizio di Torino e lo stesso farò per la Cambogia.

Così come la Russia anche l’Alaska viene soltanto evocata attraverso la storia di Balto e del team di cani da slitta appartenenti a Leonhard Seppala  (della corsa del siero abbiamo già parlato ampiamente (vedi il post: Balto: il cane eroe che salvò i bambini, salvato, a sua volta, dai bambini ). Invece, lla Cambogia (Phnom phen ed Angkor) è meta di un viaggio da parte della protagonista insieme al piccolo cambogiano Niccolò e alla sua madre adottiva. Ancora una volta non sono stata mai in Cambogia, ma è stato questo paese a volere entrare nel mio romanzo. Non so come, ma proprio mentre lo stavo scrivendo, ero appena agli inizi, ricevetti un invito a partecipare a una conferenza di Somaly Mam (linko qui il mio articolo a lei dedicato). In quell’occasione oltre a tutto l’orribile e deprecabile resto venni colpita dal fatto che la Cambogia è uno dei paesi dove i bambini vengono venduti dai loro stessi genitori. Nel mio romanzo, come si suol dire, ho edulcorato la pillola. Per figurami la Cambogia mi sono ispirata anche a un film del regista francese Bernard Tavernier. Ma avrò modo di riparlarne quando dedicherò un post specifico alla Cambogia.

Infine tutto si conclude ovviamente a Palermo, alle Catacombe dei Cappuccini. C’è bisogno di parlare di questo luogo ancora una volta? Beh, posso dire che per descriverlo mi sono ispirata a me stessa, ovvero ai miei ricordi di infanzia. Dopo tutto cresciamo sì, ma c’è un legame sottile e permanente con quel periodo. Mi piaceva molto il contrasto che si viene a creare fra i bambini che si affacciano alla vita e gli scheletri delle catacombe reminiscenze di anime che si sono affacciate anch’esse a una nuova vita. Spero di avere reso quest’atmosfera con le ultime pagine che hanno le catacombe come location. Infine c’è il finale di un film che mi ha sempre particolarmente colpito, ed è il monologo finale del film di Bertolucci Il Tea nel Deserto. Lo link qui: monologo

Beh, per me quel pomeriggio della mia infanzia è proprio quello in cui mia madre mi portò in visita alle catacombe. Soltanto che avendoci scritto un romanzo oramai non è più soltanto un ricordo ma sarà sempre parte di me.

Di seguito il video con le location di RpS:

Pubblicato da RosaliaPerSempre

Sono la protagonista del libro Rosalia per Sempre e vorrei potere raccontare la straordinaria vicenda dell'imbalsamazione di Rosalia Lombardo I am the protagonist of the novel "Forever Rosalia" and I would love to have the occasion of telling the extraordinary story of Rosalia Lombardo's embalming

4 Risposte a “I luoghi di Rosalia Per Sempre”

  1. Certamente l’argomento viaggi non è il fulcro del libro, casomai un piacevole… effetto collaterale 🙂
    Io invece non sono mai stato capace di scrivere romanzi, mentre qualche breve storia l’ho scritta e non fatico molto a scriverne altre, volendo… Ma romanzi, proprio… non ho la costanza che servirebbe 🙂
    Un caro saluto, spero tu stia passando un bel periodo estivo!

    1. Ciao Wolf!

      è sempre un piacere ricevere le tue visite. Beh si naturalmente….però le cosiddette “location” (per usare il termine inglese molto più in voga) hanno la loro importanza in una storia. E’ vero però che in questo caso è stata la storia stessa a condurmici. New York per esempio è un luogo che non ho scelto per ambientare il mio romanzo… è letteralmente capitato 🙂 beh che dire, ognuno si trova a suo agio con format diversi. Le short stories implicano il fatto che devi essere molto ispirato…ogni racconto ha una sua storia e poi devi esaurire tutto in poche pagine…non so, il mio libro di racconti procede molto lentamente mentre il romanzo l’ho scritto molto più velocemente, ma è anche vero che il mio è un romanzo storico perciò, in parte si è scritto da solo…Invece i racconti beh…ne ho finito uno durante le vacanze e sono letteralmente folgorata dal finale, due righe davvero incredibili che hanno messo la storia letteralmente all’interno di una nuova cornice…ma è stato un lampo all’improvviso, come al solito quando scrivo… e tu perché non pubblichi i tuoi racconti? Grazie vacanze ok e spero lo stesso per te!! Un abbraccio, Tiziana

      1. Pubblicare… sì, solo sul mio blog però 🙂 Se vai nella colonna sinistra, sezione “indice argomenti”, sotto “racconti” trovi quelli che ho via via pubblicato. Devi vedere quelli che non riportano l’autore, solo questi sono i miei, naturalmente 🙂
        Un caro saluto e grazie per il commento su Julius 😉

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