BALTO: IL CANE EROE CHE SALVO’ I BAMBINI , SALVATO, A SUA VOLTA, DAI BAMBINI

BALTO: IL CANE EROE CHE SALVO’ I BAMBINI , SALVATO, A SUA VOLTA, DAI BAMBINI

Questo post mi è stato ispirato da una serie di fotografie storiche trovate in rete su Balto, l’husky siberiano che si è resto protagonista di una vicenda accaduta in Alaska nel 1925 e che è passata giustamente alla storia. Ho già parlato di lui in dei post precedenti, ma questo splendido animale e con lui tutto il team che prese parte alla “corsa del siero”, meritano un post interamente dedicato a loro.

I cani da slitta sono animali straordinari, dotati di una resistenza fisica e di una forza unica oltre che di una spettacolare tenacia. Non è la prima volta che li vediamo protagonisti di episodi di salvataggio di vite umane. Vi segnalo un link ad un altro film Eight Below (in italiano il film ha preso il nome di Otto amici da salvare. Anno 2005) che è il rifacimento del film Antarctica (1988). Anche questo film (come per altro il cartone animato Balto) racconta una storia vera. In questo caso i cani da slitta salvarono un ricercatore approdato in Antartide per la ricerca di un raro meteorite. (link al trailer)

(Ho deciso di mettere i link in inglese così almeno riescono a farsi un’idea di quello di cui sto parlando anche coloro che nn parlano l’italiano)

LA CORSA DEL SIERO: Balto e il suo team (ovvero tutti gli altri cani che presero parte alla staffetta organizzata per trasportare il siero)  invece, salvarono i bambini di Nome da una violenta epidemia di difterite, una malattia terribile e devastante che colpisce in prevalenza i bambini (a partire dal secondo anno di età), una malattia che oggi è stata, per fortuna, quasi totalmente debellata. Essi riuscirono a trasportare il siero anti-difterico da Nenana a Nome distanti 600 miglia. Cito direttamente da Wikipedia:  “L’antitossina aveva percorso 674 miglia in circa 127 ore e mezzo con una temperatura media di 40 gradi sotto zero (arrivò infatti congelata), i normali corrieri lo facevano in 25 giorni”.

Balto4seppala

Balto

In the first picutre above from the left to the right:  1) Balto, photographed in his own suite at the Biltmore Hotel. Los Angeles, California 2) Leonhard Seppala at the time of the serum run, in his signature coat. 3) Balto embalmed in the permanent exhibit at the Cleveland Museum of Natural History

Balto fu l’ultimo cane della staffetta che fece ingresso a Nome proprio il 2 febbraio del 1925! Ebbene, il suo padrone Leonard Seppala sosteneva nel suo diario che Balto si era ingiustamente aggiudicato una fama che spettava anche agli altri cani, in particolare a Togo il suo cane preferito che nel corso di quella staffetta aveva percorso più chilometri. Qui sotto riporto uno stralcio direttamente dal suo diario:

« …Erano diventati eroi mentre tranquillamente continuavano il loro cammino, completamente ignari di occupare i titoli sulla stampa. L’ultimo team portò il siero a Nome alle sei del 2 febbraio del ‘25. Era gelato, come io avevo supposto, ma il medico responsabile a Washington ci disse di usarlo egualmente. Ci furono parecchi scandali legati alla “corsa del siero” e molte voci su persone che ne avrebbero fatto commercio. Ma la cosa che più mi disturbava era che il record di Togo fu assegnato a Balto, un cane poco valido, che fu portato alla ribalta e reso immortale. Era più di quanto potessi sopportare quando Balto, il cane della stampa, ricevette per la sua “gloriosa impresa” una statua che lo raffigurava con i colori di Togo e con l’affermazione che lui aveva portato Amundsen a Point Barrow e per una parte del percorso verso il polo, mentre non si era mai allontanato per più di duecento miglia a Nord di Nome! Avendogli attribuito i record di Togo, Balto si affermò come “il più grande leader da corsa d’Alaska” anche se non aveva mai fatto parte di un team vincente! Lo so perché io ero il padrone ed avevo cresciuto sia Balto che Togo. La “corsa del siero” fu l’ultima corsa a lunga distanza di Togo… »

Una piccola considerazione. La statua del Central Park di New York commemora non soltanto Balto ma tutti i cani che presero parte a quella famosa corsa del siero (Probabilmente Seppala si riferisce alla statua che si trova in Alaska). In secondo luogo, Balto è semplicemente divenuto il simbolo della straordinaria tenacia di questi cani e del loro amore per gli uomini. Non credo che a questi animali importi arrivare per primi. Questa è una disputa del tutto umana: gli animali e in particolare i cani sono molto più capaci degli esseri umani di fare un gioco di squadra.

EPILOGO Detto questo andiamo all’epilogo della storia. Purtroppo Balto e gli altri cani dopo la loro impresa andarono a finire nelle mani di un uomo senza scrupoli di cui non è dato sapere. Questo li acquistò per esibirli come fenomeni da baraccone, tenendoli incatenati in un luogo buio. Malnutriti e in cattive condizioni  di salute, furono, per fortuna,  scovati da Gorge Kimbley che si dette da fare per trovare il denaro per riacquistare questi animali. E indovinate dove trovò il denaro? Nelle scuole dove attraverso la radio Kimblay riuscì ad organizzare una raccolta di beneficenza. Ecco perché si dice che “Balto aveva salvato dei bambini ed ora dei bambini avevano salvato Balto”. Una volta riacquistati, gli esemplari vennero portati nello zoo di Cleveland dove vennero curati.

Qualche dolce coincidenza…Salafia, Balto e la piccola Lombardo

A parte il fatto che se si fosse trovato a passare da Palermo, Balto avrebbe salvato anche la piccola Rosalia (…), nel 1927 Balto fu onorato con una statua al Central Park di New York dallo scultore  Frederick George Roth, proprio in quella città dove nel 1910 era approdato Salafia per far conoscere il suo metoto di imbalsamazione.  Balto morì cieco sordo e artritico a undici anni il 14 Marzo 1933. Che coincidenza! proprio un mese e mezzo dopo la morte dell’imbalsamatore Alfredo Salafia (morto il 31 Gennaio del 1933). Ma le coincidenze non finiscono qui. Balto venne imbalsamato e trasportato nel museo di Cleveland dove tuttora risiede (a lui è dedicata un’esposizione permanente). Anche Alfredo Salafia iniziò la sua carriera come tassidermista ovvero imbalsamava animali.

Infine, come abbiamo già detto, Balto venne salvato dai bambini.  Anche Salafia è stato salvato dalla piccola Rosalia Lombardo (per lo meno la sua memoria). Come dice Christine Quigley in Modern Mummies alla fine del suo capitolo su Rosalia Lombardo: “Rosalia’s remarkable preservation has ensured a certain immortality for both herself and Dr. Salafia”, che tradotto: “La formidabile conservazione della piccola Rosalia ha assicurato l’immortalità sia a lei che al Dott. Salafia”.

Parole di un certo rilievo se si considera che non si sa dove siano andati a finire i resti di questo imbalsamatore. La sua tomba è stata trovata ma i suoi resti non sono più lì. E così per quasi un secolo, almeno in Italia, la piccola Rosalia è stata l’unica vera e sincera testimone della bravura e del coraggio del suo imbalsamatore!

baltoarrivoBalto immortalato alla fine della corsa del siero il 2 Febbraio del 1925

Le immagini sono state prese da: BALTO’S TRUE STORY

Pubblicato da RosaliaPerSempre

Sono la protagonista del libro Rosalia per Sempre e vorrei potere raccontare la straordinaria vicenda dell'imbalsamazione di Rosalia Lombardo I am the protagonist of the novel "Forever Rosalia" and I would love to have the occasion of telling the extraordinary story of Rosalia Lombardo's embalming

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